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Sali a bordo e leggi

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Sali a bordo e leggi. Raffaella presenta il suo taxi letterario

 

Fiorentina, 46 anni, regala libri ai clienti «Donare cultura rende felice me e gli altri»

di Lara Loreti

 

Raffaella non toglie quasi mai gli occhiali da sole. «Mi piacciono e mi aiutano a proteggere gli occhi». Il suo sguardo lo intravedi appena dallo specchietto retrovisore. Lei, al volante, lancia occhiate fugaci mentre si destreggia con disinvoltura nel traffico fiorentino a bordo del suo taxi. Una Ford CMax bianca con le scritte gialle che è una libreria viaggiante. Nella tasca del sedile della conducente ci sono dei libri, 3 o 4 alla volta, con dei post-it colorati: “Prendimi, sono gratis”. Ce li ha messi lei, Raffaella Siena, 46 anni, da 13 tassista. Una passione sfrenata per la lettura, oltre che per la vela e per il cane Pedro.

Non un taxi come un altro, ma un microcosmo. C’è chi – per restare nel mondo dei romanzi – utilizza l’auto come uno studio legale ambulante: è il caso della Lincoln di Mickey Haller, l’avvocato creato dalla penna di Michael Connelly, che sfrutta i lunghi viaggi in lungo e largo per Los Angeles per sbrigare le sue pratiche. E chi invece ha trasformato l’abitacolo della vettura in un taxi letterario. Dove sfogliare un libro per ingannare il tempo, per curiosità, per passione. E magari poi portarlo con sé sul treno o a casa. Gialli, romanzi d’amore, saggi di psicologia, manuali per giovani mamme. «Regalare cultura mi rende felice», dice Raffaella. E chissà se riceverli ha lo stesso effetto benefico sulle decine di clienti che quotidianamente si accomodano sul sedile posteriore. Dal canto suo, questa taxi driver divoratrice di libri, di sé racconta: «Non riesco a iniziare la giornata senza leggere: la mia colazione è cappuccino, brioche e un bel libro. È la mia carica».

 

Una tassista che regala libri ai clienti, da dove nasce l’idea?

«È cominciato tutto sotto Natale, da un riordino che stavo facendo in casa. Guardavo la libreria in sala: era piena di volumi, troppi, scoppiava! Allora ho iniziato a pensare a cosa farci con tutti quei tomi, quando a un tratto mi è venuto in mente che avrei potuto regalarli, cosa per me improponibile fino a qualche tempo fa perché ne ero gel sissima. Allora ho provato a metterli nel taxi, ed è stato subito un successo. C’è chi ne ha preso uno perché stava salendo sul treno con la prospettiva di un lungo viaggio, chi l’ha portato a casa per il figlio amante dei gialli, chi invece non ha trovato un titolo che gli piacesse, ma che ha comunque apprezzato. Una volta un signore è salito a bordo e ha iniziato a leggere. Poi, quando siamo arrivati a destinazione, ha detto: “È stato il tragitto più bello che abbia mai fatto in taxi”. E ha portato il libro con sé. C’è stato anche chi ha ammesso di non amare la lettura, ma che ha colto l’occasione per provare. Insomma, dall’inizio anno ne ho già dati tanti, vanno via bene! ».

 

Come sceglie le sue “creature”?

«Prima di tutto metto a disposizione solo libri che mi piacciono. Però ce ne sono alcuni intoccabili, che tengo per me. Quando vado in libreria, invece, non ho mai con un titolo in mente: non studio le novità, mi guardo intorno e poi è il libro che sceglie me. È come se mi chiamasse».

 

Che cosa le piace di più del suo lavoro?

«Ho cominciato a fare la tassista dopo aver fatto altre esperienze: ho lavorato come commessa e come impiegata in più aziende, per lunghi periodi. Ma la vita d’ufficio mi stava stretta, mi sentivo soffocare. E così ho seguito le orme di mio marito, Riccardo, con cui sto da 30 anni:

lui fa il tassista da sempre. All’inizio è stata dura: avevo la patente, ma non avevo mai guidato. Ma dopo l’impatto iniziale, il percorso è stato in discesa. Amo stare all’aria aperta, vedere la luce del sole, parlare con le persone, anche se a Firenze forse sono troppe! Io in realtà non sono una chiacchierona, aspetto che siano gli altri ad attaccare bottone. Il 90% dei clienti sta al telefono, ma quando capita è piacevole conversare. C’è persino chi racconta i suoi guai, soprattutto le donne. Gli uomini invece parlano più della loro professione».

 

Il suo è ancora un lavoro “maschile” o c’è parità?

«A Firenze di donne siamo tante: quando ho iniziato eravamo 78, ora siamo oltre 200»

 

Che cos’è per lei la lettura?

«Ogni libro mi lascia qualcosa nella vita. In certi momenti mi sono tornati in mente dei particolari che avevo letto, ma che avevo dimenticato. E certe frasi, certe parole mi hanno aiutato a superare alcune fasi difficili. Un libro è anche un rifugio».

 

Qual è il genere che viene più apprezzato dai clienti?

«I gialli, senza dubbio».

 

E lei quale preferisce?

«Tutto, anche testi di psicologia canina. Ora sto leggendo “La ragazza del treno”, di cui ho già visto il film. In ognuno c’è qualcosa di speciale. Penso a “ Va dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro: mi è rimasto dentro, forse perché l’ho letto in un momento particolare della vita».

 

Un libro per l’estate?

«L’ombra del vento” di Carlos Ruiz Zafón. Mi piace anche “I pilastri della terra” di Ken Follet. Alle donne consiglio “Streghe lunatiche” di Julie Holland».

 

Le piacerebbe scrivere?

«Ci avevo pensato, ma non ne sarei capace! Ci sono tre colleghi che si sono cimentati nella scrittura, ma io preferisco leggere».

 

Fonte: Il Tirreno, 7 maggio 2017 – Inserto “Protagonisti”, pag. 2

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