Protagonista dell’appuntamento conclusivo della 17° edizione di Capalbio Libri è stato lo scrittore Paolo Di Paolo con il proprio libro “Trovati un lavoro e poi fai lo scrittore. Il consiglio che non ho seguito“, edito da Rizzoli. Con lui sul palco della Terrazza Capalbio Libri sono saliti la giornalista Silvia Grassi e lo scrittore Andrea Zandomeneghi.
Ha condotto il giornalista Eugenio Murrali. Letture di Michela Tamburrino.

C’è un bambino che passa ore a disegnare. A comporre un giornalino domestico. Ad aspettare la rivista di fumetti a cui è abbonato. A condurre un assurdo telegiornale affacciandosi allo schermo di un televisore svuotato dal nonno. Qualche anno dopo, appena un po’ cresciuto, sta ancora aspettando il postino. Come la sua eroina Jo March, spera in risposte che gli cambieranno la vita. O che forse gliela terranno proprio così com’è, immersa tra le pagine dei libri e dei giornali. Perché è solo questo che vuole: leggere, scrivere, raccontare. E ancora leggere.

Come si traghettano nella vita adulta i sogni, anzi i giochi, dell’infanzia? Come ci si ritrova grandi mentre un attimo prima stavamo lì a trafficare con i colori e le storie? Senza prendersi troppo sul serio, con un tono poetico e comico insieme, mescolando ricordi e ritagli, lettere e disegni – “cimeli” dell’ideale museo di una passione – Paolo Di Paolo racconta com’è diventato lo scrittore e intellettuale che è oggi. Una vocazione che si fa testarda, l’amore per le parole dei libri, attraverso cui supera certe disastrose timidezze, l’azzardo della scrittura che lo porta a cercare le storie degli altri interrogando la propria. E poi a viaggiare, a incontrare maestri e compagni di strada a cui rubare segreti. Trovati un lavoro e poi fai lo scrittore – il consiglio di una nonna, troppo saggio per essere ascoltato – è una lunga ed emozionante elegia che parla a chi ha scommesso o vuole scommettere tutto su una grande passione. E provare a far somigliare la sua vita di adulto a quella immaginata da bambino.





















