Protagonista della presentazione di Capalbio Libri di ieri sera, venerdì 5 agosto alle ore 21:30, è stato il giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Roncone con il romanzo “Non farmi male” edito da Marsilio. Hanno condiviso con lui il palcoscenico dell’Anfiteatro del Leccio Pierluigi Battista, Francesco Siciliano e Andrea Garibaldi. Letture a cura di Francesco Siciliano.

Quello di Fabrizio Roncone è un giallo ambientato a Roma, una città “orizzontale”, dove non esiste più l’alto e il basso, ma in cui il bene e il male si incrociano, e a volte si sovrappongono, a tutti i livelli della società.
Marco Paraldi è un ex giornalista che ha aperto una vineria dietro Campo de’ Fiori, a Roma. Cinquantenne dai modi spicci e con qualche fissazione – fuma il sigaro, non riesce a iniziare il romanzo giallo che ha in mente di scrivere, tifa per la Roma e adora cucinare per i suoi amici – vive tra l’entusiasmo per la nuova attività e la nostalgia per il vecchio mestiere.

Un sabato notte, a Capalbio, di ritorno da una festa in compagnia della sorella Caterina, una strana coppia gli chiede un passaggio: Giorgia, una incantevole minorenne, spericolata e sicura di sé, e Nick, un ricco romano con il suv in panne. Pochi giorni dopo, la giovane va a trovarlo in vineria e gli racconta una storia inquietante su una sua amica, Noemi, sparita nel nulla: per Paraldi è l’occasione di tornare a fare il cronista. Ad accompagnarlo c’è Chicca, una principessa che lo corteggia non troppo ricambiata: insieme attraversano una Roma invisibile in cui il male è trasversale e il bene solo apparente, popolata da broker spregiudicati e ministri corrotti, rapinatori spietati e transessuali romantici, feroci usurai, ex sfortunati attori porno e agenti segreti che bevono champagne. L’indagine si snoda tra i party sulle terrazze del centro storico e le solitudini dei palazzoni multietnici della periferia, tra squallidi locali di lap dance e il lusso decadente dei Parioli. Quando Paraldi scoprirà la verità, il lettore si accorgerà che è forse inutile nutrire speranze di redenzione. E che la giustizia è affidata a uomini di cattiva volontà.

In questo romanzo, allegramente sinistro (e viceversa), su Roma come location, magnifica e cadente, del potere, accade di tutto. Un libro in cui protagonista assoluta è la realtà, quella italiana di questi nostri giorni. Di un romanzo si tratta, vale a dire di uno di quegli specchi in cui la realtà finisce riflessa, magari un po’ deformata, ma più vera del vero.




