Ieri sera abbiamo presentato il libro di Antonio Padellaro “Il fatto personale”, un’autobiografia dove l’ex direttore de “Il fatto quotidiano” racconta i giornali, i rimorsi e le vendette.
In questo breve video i momenti piú belli della serata:
A moderare la serata Annalisa Chirico, una conduttrice di cui Capalbio Libri non può più fare a meno e con la partecipazione di Bruno Manfellotto.

Si parte subito in quarta parlando di Berlusconi con una stoccata al premier Renzi:
“Ho incontrato Berlusconi ad una cena, ormai si rianima soltanto quando parla del Milan. Mi ha raccontato di quando ha spiegato a Mario Balotelli come si segnano i gol perchè giocava troppo lontano dall’area, nel frattempo mimava l’azione di calciare un rigore. Se non fosse intervenuta la magistratura a salvarlo, Berlusconi starebbe ancora a pagare le olgettine. Non ce l’ho con Berlusconi come persona ma con quello che il Berlusconismo ha fatto alla testa delle persone, ha creato un sistema di potere personale che condiziona la gente. Nel giornalismo ha prodotto omologazione, possiamo infatti vedere un parallelismo fra l’editto bulgaro e la recente nomina dei direttori del Tg Rai fatta da Renzi.”

Non si è parlato solo di Berlusconi, Annalisa Chirico ha provocato gli ospiti con domande su L’Unità, su come è nato Il Fatto Quotidiano e del suo, vero o presunto, legame con il Movimento 5 Stelle.
Bruno Manfellotto parlando di quotidiani ha citato Claudio Rinaldi:
“Un giornale per avere identità deve avere necessariamente un nemico.“

La serata è stata un excursus storico degli ultimi 20 anni di politica come ricorda Padellaro il passaggio da Berlusconi a Monti:
“Per le vendite de Il Fatto e per il giornalismo italiano in generale l’avvento di Monti al posto di Berlusconi è stato come passare dal Carnevale alla Quaresima. Monti è stato il richiamo alla sobrietà, l’uomo del loden e c’è chi ha scritto che anche il cane aveva il loden.”

A fine serata l’intervento a sorpresa dell’ex direttore de L’Unità Furio Colombo:
“L’Unita che ho condiretto con Padellaro era un giornale di opposizione, ma era un giornale liberal, una traduzione italiana dell’Economist che in quel periodo aveva avvertito l’Italia dei pericoli del governo Berlusconi. Renzi deve aver chiaro che serve un giornale di governo e un giornale del partito, insieme le due cose non possono coesistere perché sarebbe come se la Callas avesse scritto le critiche dei suoi concerti.”

