SILVIA SCIORILLI BORRELLI, giornalista, classe 1986, è corrispondente italiana per il Financial Times. Ha lavorato per prestigiose redazioni internazionali ed è opinionista di programmi televisivi italiani tra cui Otto e mezzo. Ha vinto il Premio Ilaria Alpi (sezione under 33) nel 2013, il Talented Young Italians Award a Londra nel 2017 e il Premiolino nel 2022.

Domenica 7 agosto

21:30

Anfiteatro del Leccio – Capalbio

 

Silvia Sciorilli Borrelli

L’età del cambiamento. Come ridiventare un paese per giovani

Solferino

Con Mariastella Gelmini, Giorgio La Malfa ed Eugenio Giani
Conduce Giancarlo Loquenzi

“Di fronte alle immagini delle manifestazioni contro il Green Pass, nel secondo anno della pandemia, non potevo fare a meno di chiedermi come mai nessuno, in questi anni, avesse mai investito le stesse energie e sfogato tanta rabbia scendendo in piazza (in modo pacifico, ovviamente!) per rivendicare il diritto a vi­vere di lavoro. Non la rivendicazione del diritto di la­vorare senza essersi vaccinati contro il Covid, bensì il diritto in sé di lavorare e di farlo in modo dignitoso. L’articolo 36 della Costituzione italiana, che sento ci­tare meno dell’articolo 1 (chissà perché...), recita: «Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporziona­ta alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esisten­za libera e dignitosa».”

È il momento giusto per cambiare. Ma la politica è in grado di coglierlo? Finora non sembra. Le risorse senza precedenti ottenute con il PNRR rischiano di andare sprecate, se non cambiano radicalmente le priorità di un Paese che non ha mai pensato ai giovani. Dalla “d-istruzione di massa” che caratterizza la nostra scuola alle scellerate politiche per il lavoro che sembrano produrre più incidenti che assunzioni, dalla pervicace esclusione delle donne alla digitalizzazione a singhiozzo, Silvia Sciorilli Borrelli colpisce con precisione ogni bersaglio delle debolezze che non possiamo più permetterci. Ammonendo: non è un problema d’età. La classe politica più giovane che sia mai entrata in Parlamento sta facendo riforme da vecchi. La ruggine della burocrazia continua ad accumularsi sul Paese. E il dramma non è che all’estero fuggono i giovani, ma che se ne vanno i più brillanti e produttivi. Solo problemi? No: l’autrice, che dall’estero in Italia ci è tornata, propone anche soluzioni. Perché esistono. E non ci sono più alibi.