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Antonio viveva. Lui stesso non riusciva a capacitarsi di come era giunta a lui la vita e come lui la utilizzasse.
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“L’alfabeto dei sentimenti confusi” prende il nome dalla prima delle dodici novelle raccolte nel libro che si susseguono senza una sequenza organica, un pò “indisciplinate”: città e luoghi diversi, ambienti veri e fantasiosi, personaggi disparati, passato, presente e futuro, si incrociano e cavalcano, come a rincorrersi: tra sogno e realtà. Il tempo della narrazione è prevalentemente contemporaneo, tranne la breve incursione del racconto “Il fratello”: dalla storia di una moneta antica verrete precipitati a Patrasso agli albori del cristianesimo. In tutte le novelle la personalità complessa dell’autore, grazie a uno stile inconfondibile e confidenziale, tiene aperta una delicata linea di comunicazione con il lettore. Procaccini affronta temi drammatici e leggeri, senza smettere mai di essere autentico. Ad esempio, nel racconto “La confessione” in una pigra giornata napoletana un uomo di successo sfruttando un’amara autoironia fa i conti con il suo passato, prendendone finalmente coscienza. Come ne “Il parapioggia”, ambientato a Palazzo Chigi, dove gli eventi atmosferici giocano un buffo inconveniente, dando il via a una sequenza di vicende, anche drammaticamente grottesche, collocate fedelmente negli ambienti che contano. Denigrare o compatire sono sentimenti mai espressi, ma sempre sfiorati con delicatezza: in tutte e su tutte le novelle il dato prevalente è il rispetto della condizione umana, anzi la dolorosa condizione umana con le abitudini, le piccinerie, i sogni e le fatiche, la fortuna e l’amaro destino di ciascuno. Eppure è proprio questa condizione umana a dare coraggio, a restituire, se non fiducia, speranza.
Giuseppe Procaccini (Napoli, anni ‘50). Una laurea prima del tempo, esperienze in Italia e all’estero, una bella famiglia, tante sedi e incarichi rischiosi, sia con un’arma di Commissario di P.S. che poi con la penna di Prefetto. Ha sempre avuto a cuore lo Stato e la legalità: come a Roma anche a Genova, Belluno, Rieti, Salerno e Latina. Ha scelto la scrittura per guardare dentro l’essere umano, alla ricerca del perchè. L’abaco dei sentimenti confusi è la sua prima prova letteraria.