”
Raccontare è per gli altri, ma è anche per se stessi, perché noi ascoltiamo anche quando parliamo, anzi, è proprio quell’ascolto che ci fa rivedere e sentire quel che abbiamo fatto
”
La spiaggia è un laboratorio di limiti e di confini en plein air; è il luogo dove al bambino è permesso spogliarsi dei suoi abiti cittadini (quelle odiose scarpe!); dove per chilometri non incontra ostacoli verticali; dove vive una orizzontalità non solo geografica, ma anche relazionale. Dove mischia il liquido al solido, ritrovando la stessa cultura anfibia che ci ha fondati, e che conserva nella memoria filogenetica un souvenir ancora forte. Il bambino incontra la spiaggia senza il minimo imbarazzo: la tocca, la mangia, la sfiora, la scava, la riempie, ci si veste. Volta le spalle alla terra, guarda il mare, ne è attratto come se quella distesa d’acqua fosse una potente calamita: entra ed esce, beve e vomita, costruisce con la sabbia forme di dialogo che il mare spegne o modifica, solo per ricominciare da capo a raccontare e a raccontarsi, ogni volta con una nuova storia. Ed è proprio in questo dialogo a tu per tu con il mare e con la natura che il bambino inventa la fragilità, l’effimero, la provvisorietà nelle forme dei fenomeni.
Mauro Pandimiglio, esperto velista, ha traversato quattro volte l’Atlantico e navigato a lungo in Polinesia e nei Caraibi. Ha fondato due scuole di vela nazionali, di cui una è quella che ancora oggi dirige. Ha fondato e presieduto l’Unione Italiana Vela Solidale e organizzato dal 2001 al 2011 Handy Cup, regata internazionale con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e della Comunità europea. Nel 2007 ha guidato una delegazione europea al Parlamento di Bruxelles per presentare il Manifesto Europeo della Vela Solidale a firma di un premio Nobel e di diversi ministri della nostra Repubblica. Ha fondato il circolo Mal di Mare (1986) e la base velica di Pescia Romana (1995), dove apprendimento e crescita avvengono attraverso un approccio pedagogico marino innovativo.