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Si tiene per certo che la badessa di Castro ha parturito uno putto, dicesi il padre esser il vescovo.
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Un manoscritto rubato, una città in rovina, una relazione proibita: sono questi gli ingredienti di una storia che attraversa i secoli. La badessa di un convento cistercense intreccia una relazione con il suo vescovo, e ne ha segretamente un figlio. Il fatto però viene scoperto e i due vengono processati. La storia di questo scandalo cinquecentesco, aggiustata a scopo edificante dalle cronache che l’hanno tramandata, piacque a Stendhal che ne trasse spunto per una delle sue narrazioni più famose. Basato sugli atti originali del processo, ritrovati dopo secoli, questo libro ricostruisce la vera storia del vescovo e della badessa restituendo un vivido spaccato del mondo e delle circostanze nelle quali lo scandalo maturò, e mostrandoci cosa fossero la vita claustrale e il dramma delle monacazioni forzate, così come le strategie difensive e le sofferenze di chi cercava, affannosamente, una via d’uscita da un destino già segnato: la nascita di un mito letterario.
Lisa Roscioni, storica e saggista, è professore di Storia moderna all’Università degli studi di Parma. Autrice di programmi per RadioTre Rai, ha pubblicato tra l’altro: Il governo della follia. Ospedali, medici e pazzi nell’età moderna (Bruno Mondadori, 2011) e Lo smemorato di Collegno. Storia di un’identità contesa (Einaudi, 2007), con il quale è stata finalista al Premio Acqui Storia e vincitrice del Premio Certosa d’Oro e dal quale è stata tratta un’omonima fiction per RaiUno nel 2009.