Ferdinando Adornato con il suo libro “La libertà che cambia. Dialoghi sul destino dell’Occidente“, edito da Rubbettino, è stato l’autore protagonista della presentazione di Venerdì 4 Agosto alle ore 20:00.
Con lui sul palco la Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Maria Roccella.
Ha moderato l’incontro la giornalista Francesca Nocerino. Letture di Stefano Goracci.

L’incontro causa maltempo si è tenuto presso il Cinema “Sala Tirreno” di Borgo Carige, a Piazza della Repubblica.

“Il XX secolo è morto coltivando l’illusione di essersi lasciato alle spalle l’Inaudito che aveva insanguinato il mondo. Ma il XXI ha immediatamente costretto l’umanità a un brusco risveglio.”

Un teologo, l’Arcivescovo Fisichella, protagonista della vita della Chiesa e un intellettuale laico, Ferdinando Adornato, impegnato nel giornalismo e nella politica, si confrontano in questo libro sui principali temi della vita contemporanea. L’invasione russa dell’Ucraina e lo scontro geopolitico mondiale, l’identità dell’Europa e dell’Occidente di fronte alla sfida delle autocrazie, il destino della globalizzazione e dei diritti umani. Quattro dialoghi che attraversano le questioni aperte del nostro tempo, analizzate dentro l’incedere della civiltà digitale, la cui velocità irride la lentezza delle democrazie mentre la tecnologia offre strumenti sempre più invasivi, capaci di mutare bisogni e desideri degli individui e finanche i loro stessi corpi. I concetti di tradizione e di fluidità diventano, così, ulteriori dilemmi del passaggio di civiltà. È la tecnica il vero Dio dei nostri tempi? E come rileggere alla luce delle trasformazioni in atto, il concetto di libertà? In questi dialoghi filosofia, teologia e cronaca si rincorrono, puntando al cuore degli enigmi della modernità affrontati da punti di vista diversi ma complementari. Dimostrando come laici e credenti siano coinvolti insieme nelle sfide del futuro. Uno scambio di lettere, infine, ripercorre le origini del concetto di libertà. Gesù, Socrate, John Locke, Hannah Arendt e Joseph Ratzinger vengono così chiamati a testimoni di un cammino di cui si è rischiato e si rischia di perdere le tracce. Ma che tuttavia resta l’unico in grado di “proteggere” il futuro delle democrazie e della convivenza umana.


























