La seconda serata di Capalbio Libri presenta il format “Capalbio Talks” con Lorenza Pieri, Giulia Rinaldi e la conduzione di Ivana Agostini: “Per Gemma tanti bel cose per 93. Un baccio da Niki”, in memoria dell’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle che, seguendo l’ispirazione avuta durante la visita al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona (poi rafforzata dalla visita al giardino di Bomarzo) inizia la costruzione del “sogno magico e spirituale della sua vita”, concretizzato nel Giardino dei Tarocchi in cui troviamo ventidue imponenti statue ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate.

Una figura controversa, quasi “sfuggente” (come la definisce la lettrice Marta Mondelli), con un’indole decisamente tormentata come tutti i più grandi artisti che ha vissuto in modo intenso portandosi dentro demoni giganti che ha poi esternato attraverso la sua arte, percepita come una terapia.
Tra movimento, immobilità, crescita, sesso, vita, morte, morte che si riproduce e terrore, estro e follia, la sua esistenza si snoda e prende le fattezze di una “danza di serpenti” che si accoppiano in un ballo di morte e vita insieme.

Vengono toccate tematiche forti, come gli abusi del padre che per un periodo della sua vita ha inconsciamente archiviato e che sono riemersi a seguito del suo ricovero psichiatrico, dopo essere stata internata e dopo aver attraversato un calvario psicologico che l’ha portata ad affermare di essere entrata in quell’ospedale da schizofrenica e di esserne uscita nelle vesti di artista.
La figura del padre in questo caso si scontra violentemente con il “biasimo e desiderio” sporco che sente quando lui le si avvicina.
“Sembravo più grande, e me lo facevano pesare”, racconta, e quando era solo una ragazzina e agiva con ingenuità cercando riparo tra le braccia del cugino, i suoi genitori proiettavano nei suoi gesti una malizia che non le apparteneva. I pensieri dei grandi entravano nei gesti di una bambina e ne sporcavano le intenzioni.
Le ospiti sul palco di Capalbio Talks ne ricordano la purezza, che persisteva nonostante i mostri conosciuti nel corso della sua vita. Non scriveva bene in lingua italiana, “Era generosa, e quando regalava i suoi dipinti alle amiche, firmava così: Un Baccio da Niki”.
Un viaggio nei ricordi fa così emergere il lato umano di una grande artista la cui genialità è indiscutibile.
